L’immagine è parola che non parla ma comunica. Senza mani, riceve e da.

Gli occhi di chi sa guardare, riescono a dare all’immagine quel folclore che serve a tenere dentro di essa quell’energia da emanare e restituire a chi ne è privo,  così come una catena di piaceri e buone azioni, o come un sorriso che si restituisce a quel passante educato dal tempo e dal sapere, che ha imparato ad avere i giusti occhi.

‘La Parola’, dalle voci più lontane, si ora che è voce di Dio, è tratto,  simbolo, segno.  

Il segno, quello più remoto,  è rappresentanza di una comunicazione intimadi coscienza di quell’IO uomo, ricco di doni gratuiti. Infatti, Iddio la parola l’ha scolpita prima nella bocca e poi nella mente ed è essa che fa danzare l’animo, soprattutto nel silenzio.

Il disegno è il linguaggio universale che accomuna tutte le lingue di ogni tempo. Sotto forma di comunicazione astratta, sa comunicare dritto ai cuori senza passare per la logica, turbandoti sa rapirti ed attraversarti di sensazioni, quelle più nette, esatte, certe.

Insegnare ed imparare attraverso i simboli, il segno e il disegno è come avere una formula magica o un talismano potente, è quel qualcosa che ti appartiene ed è forza.  

Simbolo con o senza suono e che non sia solo scolastico, deve essere di apprendimento costante, fonte di un’interlocuzione che deve essere  cambiamento.

Liberi di fare di un disegno un testo proprio, un comizio di sé, che sa con il silenzio descriverti  pienamente senza interrompersi, dove la  libertà  che è uguale per tutti è però  individuale nell’uso e nella direzione spazio tempo.  

Tanti sensi intercorrono alla piena  libertà che viene dilatandosi e che  man mano accrescere con l’apprendimento di essi.

Chi impara a spiegare le teorie davanti al proprio ‘maestro’ si­ rivela agli altri zampillando per sempre.  Spiegare…è coraggio, rivelazione per sè e per chi ascolta. Come un fiume che scende che dilaga, rapisce, coglie e da…

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