Mia cara Frida,

a te voglio dedicare questo mio nuovo post di rientro sul blog dopo l’assenza per le vacanze estive. Questo nuovo rientro già così frenetico e pieno di stimoli per le tante cose da fare, gli impegni già presi e i progetti da portare a termine…mi fanno pensare a te. I tanti progetti che ho… e che tu sola sai di cosa parlo.

Il tempo vola – (1929)

Frida cara, di te non scriverò in modo freddo e distante come alla grande pittrice, sfortunata e rivoluzionaria appassionata  che tutti conoscono.  Scrivo a te come ad una carissima mia amica, che stimo e a cui voglio molto bene, perché è a te che devo tante cose della mia persona e della mia vita. Tu mia musa, mi hai toccato l’anima, baciato lo spirito e consolata quando pensavo di esser persa. Tu grande Donna hai sempre avuto stoffa da vendere. Con i tuoi tratti caratteristici mi hai fatta innamorare e ti ho incisa sul mio cuore. La tua vita per alcuni aspetti è somigliante alla mia e a tratti ti sento come se ci appartenessimo, non so come, non so dove, ma dentro sento quel legame che ci unisce.

Le due Frida – (1939)

Ho conosciuto il tuo paese e la tua gente, ho amato la tua terra, ho respirato l’aria che tu stessa hai respirato. Di te conosco più di quanto gli altri conoscano.  Mi è stato raccontato da persone care,  come la vita lì da te sia colorita come i tuoi abiti e il tuo spirito da guerriera.  La natura e la madre terra selvaggia che tanto bene hai sempre dipinto, per noi due è stata proprio così come nei tuoi quadri…una carezza di madre che ti lascia libera di esplorare,  scorrazzando  scalza a contatto con essa. Io e te abbiamo sempre sentito quel calore e quel profumo che la sola terra umida emana, che sa di origini, di lacrime di gioia e di rabbia, di famiglia, di amore, di stabilità e immobilità allo stesso tempo.

 

Cara amica quanto ti sei straziata per quell’amore così coinvolgente… quanti bocconi amari hai dovuto assaggiare ed ingerire contro la tua volontà, ma non ti sei mai abbattuta! Ti hanno violentata la coscienza e la mente, ma tu che sei sempre stata forte, hai creduto in te, in quello che sei e in quello che potevi essere e potevi dare. Metterti a nudo davanti agli altri era un grande rischio, potevano indebolirti e schiacciarti l’anima ancor di più, lì in quelle ferite ben visibili a tutti, ma tu coraggiosa Donna, sapevi che non lo avresti permesso e che chi è in cielo, come te ora, ti avrebbe protetta. Sapevi che non avrebbero mai potuto indebolirti loro…loro che sono già deboli nel corpo, nell’animo e nello spirito, invidiosi, furiosi e fecondi di mal di vita. Tu hai saputo così fortificarti, tu che sapevi e sentivi più di quanto dicevi…

Il piccolo Cervo (1946)

Tu cara Frida Kahlo sei proprio come me, sei legata al tempo e sai di essere preziosa ‘qui ed ora’, dai di te o tutto o niente…e sai di non essere per tutti. Vivi di istinto e ragione, di passione e smarrimento. Tu che hai saputo accarezzare le tue ferite e le hai curate con tutti i colori che avevi a disposizione, pennellata dopo pennellata le hai incise e non ti sei fermata davanti alle difficoltà, davanti ai loro giudizi da finti ed arroganti insegnanti. Tu sola puoi parlare di te, insegnandoti a cambiare e a plasmarti con l’aiuto di Dio nelle prove della vita. Hai imparato a tue spese cosa vuol dire amare e hai fatto di una virtù l’amore e la stima per te stessa. Hai imparato ad amarti poco alla volta mettendo in un angolo chi di te si prendeva gioco. Sei tanta… sei coraggiosa grande Donna! Nonostante tutto hai custodito di te quei pochi pezzi non infranti e decorato le tue ferite, ti sei fatta bella, bella di quella luce che solo chi ha sofferto e ha interiorizzato emana, ricca di amore e dolcezza, sei stata un esempio per chi ha saputo guardarti.

Mia sosia di spirito, amica e sorella di avventure, ti scrivo per dirti grazie per l’esempio che sei stata come Donna in ogni sua sfumatura e in tutti i colori del mondo. Donarsi per comunicare la bellezza è quanto di più caro hai saputo insegnarmi. Il terzo occhio ci accompagna e ci fa leggere lì sulle labbra altrui quello che non vorremmo a volte comprendere. Cara Frida, fine ed astuta, sei sempre stata aperta alla vita e verso le persone, ma anche verso la morte, consapevole che non saresti vissuta in eterno, hai vissuto e goduto pienamente e fino in fondo i doni che Dio ha voluto farti ed eccoti oggi nel mio cuore e in quello della gente che ha saputo vederti, consolarti, asciugare le tue lacrime custodendole nel loro cuore come gemme preziose. La tua gente colorita ti ricorda con profondo amore, proprio come ti ricordo io e ti porto nel mio petto, viva, lì dove il cuore tumultua. Grazie amica di avventure. Grazie alla forza delle Donne che come te, hanno saputo spostare le montagne donandosi tutte fino in fondo.

Mi congedo abbracciandoti forte, ciao mia cara Frida, alla prossima lettera.

IM Arte